Il mio latte scremato: Champagne Goutorbe 2004

Da fumatore quale sono, quando voglio assaggiare un nuovo vino che ritengo importante, lo faccio il sabato mattina appena sveglio, con la bocca non ancora contaminata dal sapore del tabacco e soprattutto con scarsi impegni pomeridiani che richiedano una mia accettabile lucidità. Spesso accade che fra me ed il bicchiere si frapponga lo sguardo sdegnato di mia moglie, pertanto cerco di giustificarmi facendole presente che come Winston Churchill nutro un profondo disgusto per il latte scremato mentre non ho alcun pregiudizio verso il vino in questione, e che per questo motivo risolvo il conflitto a favore del secondo.

Sabato mattina ho avuto il piacere di assaggiare un Henry Goutorbe millesimato 2004 Grand Cru, sintesi perfetta di quello che per me deve essere lo champagne.

Questa cuvée è composta da un 75% di pinot nero e da un 25% di chardonnay, rispetto al millesimato 2003 presenta un 7% in più di pinot nero, e questa modifica gli conferisce un carattere più confacente allo stile della maison rappresentato dal brut tradition.

Il sapiente uso dei lieviti lo rende, a mio a parere, uno dei loro migliori millesimati e non lo fa sfigurare di fronte a champagne di maggior blasone come il Dom Perignon o simili, con la nota positiva che alla maison lo si acquista a poco più di 18 euro.

Nessun tag per questo post.

Una questione di strategia: l’Osteria Francescana

Ogni qual volta mia moglie cerca di coinvolgermi nelle faccende di casa, come ogni maschio italiano dotato di sufficiente spirito di iniziativa, cerco di svolgere il compito che mi viene richiesto nel peggiore dei modi possibili, così da non invogliarla a riprovarci di nuovo.

Ho come il sospetto che lo staff dell’Osteria Francescana abbia adottato la stessa strategia per fare in modo che io non ritorni mai più ad ordinare del cibo presso di loro…..

Nessun tag per questo post.

Un colpo di fortuna: l’Eglise

Tutti gli anni accade che io mi innamori di un ristorante e quasi sempre questo innamoramento avviene durante l’estate.

I primi giorni di agosto, un lunedì per l’esattezza, ero alla disperata ricerca di un locale dove festeggiare il compleanno di mia moglie. Come sempre all’ultimo momento, mi sono attaccato al telefono, e elenco alla mano, ho arricchito il mio gestore telefonico senza ottenere alcun risultato accettabile: tutto chiuso.

Per salvare il salvabile ho utilizzato la consolidata tecnica maschile dell’improvvisazione di fronte ad una classica mancanza di attenzione, e cercando di essere credibile agli occhi di una spettatrice attenta ed allenata alle mie arrampicate sugli specchi ho proferito in pompa magna la solita frase ” amore questa sera improvvisiamo”.

Anche questa volta la fortuna e’ corsa in mio aiuto, e casualmente ho scoperto il ristorante L’Eglise a Castelvetro di Modena.

Il locale si trova nel centro storico del borgo medievale, proprio di fianco alla chiesa.

Prima era un piccolo bar senza particolari pretese, ora, da circa un anno, si e’ trasformato in un ristorante veramente gradevole.

In estate si può cenare all’aperto proprio nella piazza, dove peraltro non possono transitare le auto, oppure all’interno in un grazioso cortiletto ben arredato.

Particolare cura è stata prestata all’illuminazione, in parte a candele, ottenendo un’atmosfera ideale.

Vale la pena provare questo locale, oltre che per la suggestiva location, per la meravigliosa cucina dello chef, un omone di poche parole ma con le idee molto chiare.

Difficilmente ho incontrato tanta capacità nell’accostare le verdure nella preparazione dei sughi dei primi piatti, ottenendo con prodotti di stagione risultati sorprendenti e di squisito impatto visivo. Eccezionali, in qualunque variante li proponga, i suoi paccheri.

Gli ultimi che ho assaggiato erano serviti a spiedino, ripieni di ricotta aromatizzata con poca erba cipollina, leggermente grigliati e adagiati su un letto di pomodorini pachino.

Da provare i crostoni della casa, sempre diversi, con un’infinita gamma di profumi.

I taglieri di salumi sono di qualità eccellente, come le crescentine.

Per gli amanti della carne, la tagliata di angus argentino è  decisamente da provare.

La carta dei vini è per i miei gusti un tantino corta, ma di sufficiente qualità.

Una maggiore presenza di champagne a costi accettabili (per ora ne è presente uno solo e troppo costoso), vista la classe del cuoco, sarebbe appropriata.

I prezzi, in base al vino, vanno dai 20 ai 40 euro a persona.

www.eglisecafe.com

Via Torquato Tasso, 18

Castelvetro di Modena

Tel. +39 059 790489

Nessun tag per questo post.

Una doverosa premessa

La mia insegnante di storia e filosofia, presentandosi alla classe il giorno della sua prima lezione, esordì chiarendo la sua posizione politico culturale, facendoci presente che gli argomenti che avrebbe trattato negli anni a seguire avrebbero richiesto da parte sua una presa di posizione, e che dovendo esprimere giudizi su determinati accadimenti riteneva opportuno palesare ciò in cui credeva. A noi studenti la libertà di mettere in discussione le sue conclusioni.

Parlare di cucina, esprimere giudizi su ristoranti, cuochi, vini e tutto ciò che mi appresto a fare su questa “Preda Ringadora” virtuale, ritengo richieda la stessa chiarezza iniziale.

Io credo nel soffritto, quello fatto a fuoco basso basso con lo scalogno, credo nel brodo di cappone con la giusta quantità di occhiolini di grasso, credo che il parmigiano reggiano fatto con il latte di bianca modenese sia il migliore, credo che la terra stia veramente in basso e che i contadini che la lavorano siano degni di rispetto più di qualsiasi direttore di banca, credo che il pastore che ancora oggi porta al pascolo le pecore sia il vero eroe contemporaneo

Credo che la ricetta delle fettine di carne cotte al Varoma con il Bimby potesse pubblicarla senza provare vergogna solamente un tedesco.

Non credo nelle spume di mortadella, preferisco vedere un bambino con la mani unte che si lecca le dita e se le pulisce sulla maglietta appena stirata.

Odio dal più profondo del mio stomaco gli addensanti chimici ed i bolliti a forma di grattacielo.

Odio mangiare poco e spendere molto, accetto di mangiare bene e spendere qualcosina in più, ma più di tutto odio chi cucina con il marketing e non con il mestolo di legno ed il tagliere con la conca nel mezzo.

Nessun tag per questo post.